La mattina del 27 aprile 2023 è stato presentato nella sede romana di Radio Radicale, organizzato dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana, il libro di Nils Melzer con Oliver Kobold, Il processo a Julian Assange. Storia di una persecuzione, tradotto da me e Viola Savaglio per i tipi dell’editore romano Fazi, con prefazione di Stefania Maurizi (la maggiore specialista in Italia su Assange) e freschissimo di stampa. Sarebbe stato bello saperlo per tempo, ma cliccando qui sotto potete comunque ricuperare la registrazione integrale dell’evento, che dura un paio d’ore (c’è un refuso nel titolo riportato sulla pagina del sito, manca la ‘r’ dal cognome dell’autore principale):
https://www.radioradicale.it/scheda/696611/
Fra tanti relatori che hanno partecipato, solamente Vincenzo Vita ha speso qualche parola per elogiare la buona riuscita del lavoro, dal punto di vista editoriale e soprattutto traduttivo! Qui potete leggere una sua recensione del volume, vibrante come l’intervento a voce. Un altro suo articolo a favore di Assange uscì sul quotidiano «il manifesto» il 18 giugno 2022.
Dopo questi convenevoli, anche un po’ troppo sbrodolati, vi invito ad andare al minuto 1h 05 del video (sul sito si può anche seguire soltanto l’audio) per condividere il piacere che ho provato, insieme a Viola Savaglio e Laura Senserini, ascoltandolo.
A Viola (collega iscritta ad AITI e dal 2010 docente di Interpretazione consecutiva e Terminologie tecniche, per le lingue tedesco e inglese, presso la Scuola per Mediatori Linguistici Carlo Bo di Bari) non ho difficoltà a riconoscere il pieno merito per l’alto livello e la qualità della traduzione italiana, che richiedeva competenze specifiche di terminologia giuridica, da armonizzare con l’intento dell’autore di fornire un testo leggibile dal pubblico più ampio. Come difatti scrive Melzer stesso nell’introduzione, il suo libro riassume «in forma facilmente accessibile la mia indagine e le conclusioni a cui sono giunto, citando di volta in volta le prove più rilevanti», perché lo ha scritto «non come avvocato di Julian Assange, bensì conme avvocato dell’umanità, della verità e dello Stato di diritto», dato che «non voglio lasciare ai miei figli un mondo nel quale i governi possano passare impunemente sopra allo Stato di diritto e nel quale sia diventato un reato dire la verità» (pp. 11, 14 e 13). Ora, questo risulta singolarmente interessante proprio anche per la situazione che stiamo vivendo in Italia, nella crisi delle nostre istituzioni di fronte a un governo dichiaratamente di destra per la prima volta dopo molti anni.
Perdonate la divagazione, ma ritengo che tradurre non sia un’attività svolta in isolamento, sganciata dalla realtà sociale, politica, economica che la circonda (e a prendere davvero bene in considerazione tutte le circostanze, non era così neppure in epoca medievale, nonostante le apparenze del contrario). Tornando al testo, ci tengo a segnalare che la traduzione è stata avviata per il primo centinaio di pagine sull’edizione tedesca, ma per decisioni sopraggiunte in corso di lavorazione da parte di Melzer stesso abbiamo dovuto cambiare improvvisamente rotta, virando sull’edizione in lingua inglese che stava per uscire. Questo ha comportato un ritardo nei tempi concordati, dato che ci siamo dovuti far carico pazientemente della revisione completa della prima parte, sia perché i contenuti erano stati ora più, ora meno rimaneggiati, sia perché abbiamo toccato con mano quanto la struttura di un testo saggistico in inglese sia strutturalmente differente da quella anche del medesimo testo in tedesco. Se non si fosse capito, l’abbiamo dovuta riscrivere quasi interamente daccapo!
A completamento di queste informazioni di sfondo, rammento che questo testo è un altro obiettivo raggiunto nella crescita professionale di Viola, passata dall’ambito più tecnico-specialistico (come si può leggere sul suo sito personale) alla traduzione letteraria, in cui aveva già dato buona prova di sé nella resa del Tempo della speranza, l’ultimo volume della trilogia di Brigitte Riebe (Fazi 2022, anch’esso un lavoro a quattro mani, ma in quel caso con la collega maremmano-berlinese Teresa Ciuffoletti). Qui ve ne suggerisco la recensione entusiastica di Alessandra Fontana, che si era già sciroppata i due tomi precedenti.
A Laura Senserini, già caporedattrice di lungo corso per Fazi (sin dai tempi di Elide…) va invece la mia stima più sincera per la grande professionalità dimostrata, ma soprattutto anche la comprensione paziente che continua a elargire a chi collabora con lei. Ma in questo caso particolare le sono particolarmente grato per avermi dato la possibilità di tradurre, dopo la serie costituita da Hamilton e Ohlberg, i due Ganser e Wagenknecht (vedi qui sotto la sventagliata di copertine), un libro altamente significativo, di grande impegno etico e sociale.
La mano invisibile
Breve storia dell’impero americano
Le guerre illegali della NATO
Contro la sinistra neoliberale
Si parva licet, questa è stata anche per me un’occasione speciale: infatti per la prima volta mi sono impegnato a chiedere e ottenere riconoscimenti nuovi e particolari nel contratto di affidamento del lavoro (anche a beneficio di Viola, il va sans dire). E auspico che siano soltanto l’inizio di una strada, che anche discutendone con altr* collegh* si preannuncia lunga e complessa, ma che tutti vorremmo portasse al miglioramento sensibile e concreto delle condizioni di lavoro di chi si dedica a questo lavoro così bello, ma anche così negletto. Perché stavolta, in forza della direttiva 790 del 2019 dell’Unione Europea, debitamente recepita nella nostra “legge sul diritto d’autore” (633/1941 con tutte le modifiche successive), possiamo far valere meglio i nostri diritti, come spiega bene STradE, il sindacato dei traduttori editoriali (e se non ne sapete granché ma la cosa vi interessa, andate a leggervi pure questa pagina).