Molto probabilmente avrò pensato anch’io, in passato, che l’ucraino fosse una qualche variante del russo: molto superficiale e scontato, non va bene (tsk)!
Eppure assai tempestivamente, già nel 1998 (l’Ucraina come Stato davvero indipendente esiste dal 1991), l’editore romano Carocci aveva pubblicato un volume di oltre 1100 pagine sulla Civiltà letteraria ucraina di Oxana Pachlovska. Il 9 aprile scorso l’amico polonista Luigi Marinelli l’aveva ricordata con parole di stima su FB («Lei era partita lo scorso febbraio durante la pausa semestrale per andare a trovare sua madre, Lina Kostenko, fra i massimi scrittori e poeti ucraini viventi, la quale lo scorso 19 marzo ha compiuto 92 anni. Le due donne sono rimaste bloccate lì dalla guerra, nella loro casa di Kiev, dovendo Oxana fare la terribile scelta se rimanere con sua madre sotto le bombe o tornare in Italia dalla figlia e dal marito» ecc. ecc.), in un lungo intervento in cui parlava anche di molto altro. Non avendo la preparazione di Luigi, né la sua profondità di pensiero, mi piace soltanto pensare, in memoriam, che alla pubblicazione di quel lavoro così impegnativo non sia stato estraneo l’ex collega Vincenzo Fannini († 29/06/2008).
Non so se il “tomone” sia ancora in catalogo; temo purtroppo sia verosimile che un’opera del genere oggi avrebbe grosse difficoltà di trovare uno sbocco editoriale (al netto delle contingenze “belliche”, ovviamente).
Comunque, con un tempismo davvero singolare, sempre Carocci ha tirato fuori l’anno scorso una Storia e geopolitica della crisi ucraina (tesi di dottorato presentata originariamente nel 2014 dal monzese Giorgio Cella), che ha appena raggiunto il lusinghiero risultato della terza ristampa. Non sono in grado di controllare, ma credo che sia uno dei titoli carocciani in grado di vantare il maggior numero di recensioni (sono linkate nello spazio apposito della pagina sul sito, vedi link): ben 47, alle quali ne aggiungo quest’altra (da cui ricavo anche la foto all’autore) del 16 marzo scorso.
E l’altroieri è appena uscito (e mi sono letto subito) questo più lieve articolo sul “ricco puzzle linguistico dell’Ucraina” di Claudia Bettiol, che in Ucraina ci vive. È uscito sul sito-progetto multimediale Meridiano 13, quello che a Est segna «il confine nord-orientale italiano» (te l’insegnano loro, in un angolino, per non apparire saccenti) e promette di essere molto interessante. Andatevi a guardare quello che c’è già adesso! 😉